Si sono da poco conclusi i 18 workshop Futures Literacy organizzati dal progetto Dialog City, i quali hanno visto la partecipazione di 28 artisti dai più disparati background sul territorio di cinque paesi (Italia, Francia, Austria, Germania e Grecia) al fine creare “alfabetismo del futuro” unendo, tramite partecipazione, creatività ed immaginazione, nuove prospettive metodologiche ad una comunicazione adatta a studenti, lavoratori e stakeholders in generale.
Attraverso strumenti che spaziano dal role-playing agli esercizi di logica, gli workshop Futures Literacy non si limitano ad essere semplici attività di gruppo che, per quanto coinvolgenti, finiscono però col non avere alcun riscontro concreto col quotidiano, ma offrono invece un ricco bagaglio di skills affinché i partecipanti riescano ad affrontare il futuro, per sua natura imprevedibile, con una mentalità proattiva ed influenzarlo positivamente con le decisioni di oggi.
Workshop 1-15: Dare forma al nostro futuro
Nell’estate 2024 i partecipanti, tramite un susseguirsi di attività sperimentali della durata totale di quattro ore, hanno riflettuto sull’uso del futuro come strumento per capire meglio il presente. Partendo dai giochi di società e finendo con un esercizio di storytelling creativo, i partecipanti hanno intrapreso un viaggio a ritroso che li ha aiutati a capire meglio il legame intrinseco fra presente e futuro, ripensando il primo e accogliendo tutte le possibili varianti del secondo.
Workshop 2-3: Tracce della città di Graz
I due seguenti workshop hanno visto i partecipanti intraprendere una serie di attività volte a dare una visione d’insieme di cos’è che rende tale una città (prendendo Graz come campione), attraverso innovativi esercizi sensoriali ed emotivi. Il quadro che n’è uscito ha messo alla luce quanto sia limitante definire una città come un semplice spazio fisico di edifici, strade e quant’altro, e quanto essa sia anche (se non soprattutto) una rete di idee, sensazioni e diverse identità, sia individuali che collettive.
Workshop 4: Giochi per il nostro futuro comune
Il quarto workshop, tenutosi a Montpellier, ha avuto come obiettivo principale di far meglio comprendere ai partecipanti il peso delle loro azioni e, di conseguenza, le ripercussioni che esse hanno sul futuro. Osservando temi fondamentali come ecologia, architettura, storia e cultura generale attraverso la lente del gioco di società, i partecipanti si sono ritrovati in uno spazio dinamico fatto di cooperazione, responsabilità e pensiero laterale, in cui nessuna idea è era da scartarsi a priori.
Workshop 5: Alternative per il Pavillion
Tenutosi in concomitanza col “Festival des Architectures Vives” di Montpellier, il quinto workshop ha dato la possibilità ai partecipanti di interagire con la struttura del “Pavillion” eretta in occasione del festival, di osservarlo, di conoscerlo e di entrare in sintonia con esso. L’esperienza col Pavillion si è rivelata per i partecipanti una grande fonte di spunti e riflessioni sul rapporto fra l’individuo e l’ambiente che lo circonda.
Workshop 6: Ieri, oggi e domani, immagina la tua città del futuro!
Continua il leitmotif del rapporto tra individuo e città nel sesto workshop, nel quale i partecipanti hanno percorso la storia di Montpellier tra foto d’archivio, immagini contemporanee e rappresentazioni artistiche di un possibile futuro della città. Disegno, collage e dialogo sono stati gli strumenti dei quali i partecipanti si sono serviti al fine di empatizzare meglio con la comunità ed elaborare una visione condivisa dello spazio urbano.
Workshop 7: Un archivio digitale del futuro
In due giorni al Future Festival 2025 ad Aschaffenburg (Germania) i ventotto partecipanti hanno avuto modo di esplorare il rapporto fra memoria storica, archivistica digitale e futuro condiviso. Unendo questi tre concetti col filo logico del dibattito e dello storytelling, i partecipanti hanno potuto comprendere come il passato non sia che il seme del futuro ed il presente la sua linfa vitale.
Workshop 8: Il nostro comune futuro sostenibile
In sole tre ore, i partecipanti si sono ritrovati catapultati nella Aschaffenburg dell’anno 2100, col compito di trovare azioni concrete che potessero impattare positivamente la comunità a venire. La domanda “come posso rendere la mia città più sostenibile?” ha trovato una preziosa diversità di risposte nello strumento del collage, capace di prendere idee complesse e scomporle in immagini immediate e alla portata di tutti.
Workshop 9: Giochi per il nostro futuro comune
Riflesso del quarto workshop tenutosi a Montpellier, il nono workshop ha visto trentadue cittadini di Aschaffenburg dare forma alla propria città del futuro. Ritorna il tema dell’impatto delle azioni del singolo sul futuro della comunità e con esso le attività di cooperazione, dibattito e problem-solving collettivo.
Workshop 10-11-12: Workshop per il futuro
Passeggiare per le vie di Patras può aiutarci ad elaborare una visione più d’insieme del futuro? E l’introspezione può farci entrare in sintonia col resto della comunità? Così ci hanno dimostrato questi tre workshop, i cui strumenti principali sono stati la camminata così come la staticità. Piazze aperte, vicoli angusti, suoni, silenzi, riflessioni individuali e scambi di gruppo, una città vive anche di apparenti contraddizioni e capirlo è necessario al fine di elaborare un futuro migliore per essa.
Workshop 13-14: ARTificial: un futuro con l’IA
L’IA è oramai parte della nostra vita quotidiana. Questo workshop, sviluppato secondo il modello del progetto Dialog City, si è posto l’obiettivo di far riflettere ai partecipanti sul ruolo dell’IA nel dare forma al futuro sociale e urbano.
Workshop 16: Segnali del futuro
Il workshop tenutosi a Mondovì ha visto i partecipanti riconoscere e connettere i segnali del futuro tramite una mappa concettuale collettiva che unisse immagini, descrizioni ed ipotetici titoli di giornale, al fine di riflettere su come il singolo possa o meno influenzare le innumerevoli sfaccettature del futuro nel quale è già inserito.
Workshop 17: Futuri riflessi
Tema centrale del workshop tenutosi a Grugliasco è stato il riflesso: partendo dalla propria immagine sullo specchio, i partecipanti hanno alternato momenti introspettivi (meditazione, esercizi di respiro ecc…) a momenti di espressione creativa (uso di maschere, storytelling visivo ecc…), riuscendo così a notare i propri bias inconsci e a trasformarli in risorse per immaginare il futuro.
Workshop 18: Catturare l’intangibile
La GAM di Torino non poteva che essere il luogo ideale per l’ultimo workshop, fondato sull’esplorazione degli aspetti intangibili che danno vita all’arte, alla cultura e all’architettura, e su come essi possano ispirare cittadini, studenti e professionisti ad immaginare nuovi futuri urbani, con ogni interazione sempre fondata sulla riflessione, sul dialogo e sul libero scambio di idee.
Conclusioni:
Gli obiettivi dei diciotto workshop sono stati pienamente raggiunti: i partecipanti hanno saputo riconoscere i propri bias così come le proprie percezioni e potenzialità. Inoltre, gli workshop hanno saputo offrire una dimensione inclusiva, coinvolgendo trasversalmente cittadini, studenti e professionisti dai retroterra più eterogenei attraverso linguaggi e metodologie universali.